Il cibo e lo stare insieme al ristorante è un piacere che noi tutti amiamo concederci.
I profumi e i sapori, i colori del locale, l’accoglienza del personale e la compagnia delle persone creano un’esperienza unica.
Un’esperienza che ha inizio sempre nello stesso modo: il gesto di prendere in mano il tovagliolo.
Ma come nasce questo pezzo di stoffa che ci accompagna sempre a tavola?
Se vi siete chiesti l’origine di questo elemento fondamentale della mise en place… è il momento per avere tutte le risposte!
Quando il tovagliolo era commestibile
Il primo tovagliolo in assoluto era chiamato “pane da bocca”: una fetta di pane con cui ci si puliva la bocca durante i pasti e, alla fine, veniva mangiato.
Ai tempi dei romani invece, che non si sedevano a tavola e non usavano le posate, si usava allacciarsi al collo un mantile di lino per proteggere l’abito e pulirsi le mani. Un altro panno era poi nascosto sotto la toga, per raccogliere il cibo avanzato e portarlo a casa.
Fino alla fine del Medioevo, che si trattasse di nobili o di contadini, i commensali erano soliti pulirsi bocca e mani con la tovaglia.
L’evoluzione del primo vero tovagliolo
L’intuizione di creare una “mini tovaglia” per ogni ospite fu di Leonardo Da Vinci, infastidito dall’incuranza diffusa durante i banchetti.
Durante il suo alloggio presso la famiglia Sforza di Milano, Leonardo Da Vinci racconta (nel cosiddetto “Codice Romanoff”) che guardando la tovaglia del suo Signore vide una scena di totale disordine e inciviltà. Chi conosce la storia di Da Vinci può sapere quanto il grande genio fiorentino fosse innamorato dell’ordine e del pulito: per questo motivo la sua priorità in quel momento fu di trovare una soluzione per un maggior decoro durante i pasti.
Creò così la “mini tovaglia” da porre davanti ad ogni singolo ospite e da utilizzare al posto della tovaglia, ma fu un insuccesso.
Il primo “vero” tovagliolo venne infatti utilizzato nei modi più diversi e fantasiosi e a nessuno venne in mente di impiegarlo per pulirsi la bocca.
Senza mai arrendersi, Leonardo iniziò addirittura a disegnare schemi per illustrare come piegare i tovaglioli in forme creative. Inoltre, per agevolare l’igiene, progettò dei macchinari rotanti per asciugare i tovaglioli dopo il lavaggio.
Una sorta di centrifuga!
L’uso del tovagliolo si affina verso la metà del Quattrocento quando, piegato in tre o quattro, va a coprire il posto apparecchiato con sopra un biscottino, come simbolo di inizio pasto. Un’antica pratica da cui nasce il termine “coperto” ancor oggi utilizzato.
Nel Seicento il tovagliolo diventa una parte fondamentale per abbellire le tavole.
Con i suoi tessuti pregiati piegati in modo elaborato, il tovagliolo non veniva però impiegato per il suo vero utilizzo. I commensali si servivano infatti di un altro pezzo di stoffa, posto nell’incavo del gomito.
E oggi?
Quali sono oggi le regole da seguire per un corretto utilizzo del tovagliolo?
Credo che potremmo scrivere un altro articolo per raccontarvelo.
Il galateo ne indica posizione, verso e modalità di utilizzo durante le varie fasi del pasto.
Un insieme di indicazioni che ci piace pensare non come imposizioni rigide, ma – al contrario- come piccole attenzioni per rendere elegante e piacevole lo stare insieme a tavola.
Questo il pane quotidiano per Lavanderia Tiziana, che con la storia del tovagliolo ha voluto farvi viaggiare nel tempo e raccontarvi la nascita di questa “mini tovaglia”.
Una parte fondamentale della mise en place che ora viaggia nel nostro ciclo produttivo e nelle tavole dei vostri locali.
Un pezzo di stoffa con un enorme storia da raccontarvi.
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